Dall’intervista ad Ermanno Gorrieri

Modena, Lunedì 25.11.2002 ore 19,30

[...] L’idea che ci ha mosso in quella fase era unicamente patriottica, cioè il senso della umiliazione nazionale, che altri hanno sentito in modo opposto e li ha portati ad una scelta opposta, noi l’abbiamo sentito nel vedere il disfacimento dell’esercito italiano, l’occupazione molto dura da parte dell’esercito tedesco e quindi la necessità di metterci in condizione di ribellarci contro quest’occupazione [...]. Ecco quindi il mio avvicinamento alla Resistenza è stato di questo genere. Quando poi ho partecipato a riunioni del Comitato di Liberazione Nazionale che si era costituito anche a Modena e a maggior ragione più avanti, quando sono stato in montagna con una formazione partigiana, ho cominciato a rendermi conto che il problema non era solo di cacciare i tedeschi, ma di combattere il Nazismo e il Fascismo, quindi una presa d’atto del significato politico della lotta [...]. Nell’immediato Dopoguerra è passata questa divisione tra le forze della Resistenza che non ha impedito però che alla Costituente ci sia stato un forte spirito collaborativo che ha dato vita alla Costituzione [...]. Che poi la Resistenza, io penso, non era solo di chi aveva delle armi in pugno ma era anche di quella povera gente che ci dava modo di vivere in montagna e ci ha lasciato anche mezzi alimentari, con gravissimo rischio, e che hanno pagato, l’esempio di Montefiorino, di Palagano…di Palagano non sono sicuro, di Polinago, di Prignano, insomma per rappresaglia, oltre alla gente che è stata uccisa. Quindi la Resistenza è stata una cosa più complessa a cui hanno partecipato in vario modo altre forze, altre realtà oltre ai partigiani, pensiamo ad esempio a tutto il lavoro che è stato fatto per portare in salvo gli ebrei, e questa è Resistenza anche questa. Quindi questo esclusivismo nell’esaltazione della Resistenza, questo tentativo di monopolizzarla ha provocato una reazione; ecco questo è grave, ha provocato negli anti-comunisti, e negli anti-comunisti c’eravamo anche noi, dal ’47/’48 in poi, una reazione. Per noi che avevamo partecipato alla Resistenza, evidentemente il nostro anti-comunismo era diverso, ma questa monopolizzazione del patrimonio della Resistenza da parte dei comunisti ha fatto si che chi non era comunista finiva per essere contro la Resistenza, contro nel senso che finivano per venire alla luce anche tutte le ombre, gli aspetti negativi di una lotta armata sul nostro territorio [...].