Gianni Motti (Sondrio 1958, vive a Berlino e Ginevra)

si colloca al confine tra il situazionista e l’attivista, facendo della mobilità della propria identità (rinnegando e liberandosi dai ruoli prestabiliti) la chiave di accesso ai riti urbani e collettivi come conferenze pubbliche, cortei, campagne elettorali e operazioni pubblicitarie. Campione di infiltrazioni, Gianni Motti, si è introdotto per esempio all’ONU di Ginevra e ha occupato il posto lasciato vuoto dal delegato indonesiano per prendere la parola in suo nome, oppure, come negli ultimi tempi si è disperso nella moltitudine di un intero popolo come portavoce reale della causa curda.