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(Alexandro Arrechea, Dagoberto Rodriguez, Marcos Castillo), vivono e lavorano a L’Avana. Gruppo costituito nel 1990. La Ciudad transportable (2000) è un’installazione urbana, fatta di tende con strutture di alluminio che simula edifici della città storica e della città industriale. La ciutad transportable è un complesso mobile di figure archetipiche che è sintomatico dell’intero lavoro del gruppo cubano. Lo stesso nome, los carpinteros (i carpentieri), si riferisce direttamente alle tecniche che essi usano di solito. Costruiscono e trasformano edifici usando legno e metallo. Le loro sculture-installazioni sono un genere ibrido, un borderline difficile da definire. Il modo manuale di lavorare fa riferimento alla storia delle culture popolari: per questo uniscono i metodi tradizionali di costruzione ad un approccio concettuale.

lavorano sul concetto della mobilità e della socialità attraverso l’ideazione del progetto ESTACION MOVIL.. Si tratta di uno spazio di interazione con il pubblico, un luogo mobile di confluenza, ideato per un lavoro di gruppo e di arte pubblica. Estacion Movil comprende diversi dispositivi, che vanno da sessioni di disegno e ritratti fotografici della gente coinvolta, a racconti orali poi trascritti sul periodo “Hangueando” (hanging around- gironzolare), raccolta di materiali sulla memoria di ciascun partecipante, a gare di ballo e di canto. Estacion Movil nasce per la gente e con la gente, per rendere cose della vita quotidiana “stupefacenti e destabilizzanti”. Il progetto, che si modifica e rinnova ogni volta, è stato presentato al centro Culturale di Lima e alla Biennale di Venecia a Bogotà.
Gilda Mantilla rappresenta il Perù nel Padaglione Latino Americano della 50°Biennale di Venezia.

fin dall’origine del suo lavoro è stata attratta dalla località di “Avliza”, un’area abbandonata, nella parte occidentale di Atene usata come insediamento provvisorio dalle popolazioni migranti. Maria Papadimitriou è stata attratta dalle dinamiche di mobilità dell’area come topografia emotiva. Così nel ’98 Papadimitriou ha cominciato a riflettere sul nomadismo e ha costruito un progetto in progress e collettivo denominato sotto il titolo generale “Tama”, Temporary Autonomous Museum for All. La parola “Tama” in greco significa offerta religiosa. Il progetto include architetti, sociologi, musicisti, persone locali ed artisti che vedono Papadimitriou come coordinatore

rivolge la sua attenzione alle lingue straniere nelle quali trova una complessa realtà strettamente connessa all’identità, all’origine sociale, etnica e geografica, al pensiero e alla memoria. Gli immigrati sono il soggetto privilegiato dei suoi video-ritratti e delle sue video-interviste quando si tratta di documentare e di esplorare contesti sociali complessi. Per questo la pratica artistica di Rainer Ganahl è rivolta ad apprendere tutte le lingue dell’umanità in una sorta di poliglottismo come unica condizione dell’abitare sociale. Importanti restano le sue letture nelle varie lingue di testi capitali, come rileggere Marx, o Gramsci.

si colloca al confine tra il situazionista e l’attivista, facendo della mobilità della propria identità (rinnegando e liberandosi dai ruoli prestabiliti) la chiave di accesso ai riti urbani e collettivi come conferenze pubbliche, cortei, campagne elettorali e operazioni pubblicitarie. Campione di infiltrazioni, Gianni Motti, si è introdotto per esempio all’ONU di Ginevra e ha occupato il posto lasciato vuoto dal delegato indonesiano per prendere la parola in suo nome, oppure, come negli ultimi tempi si è disperso nella moltitudine di un intero popolo come portavoce reale della causa curda.

(Carolina Caycedo-Federico Guzmán-Raimond Chaves) inizia nel 1998, nelle strade di Bogotà, realizzando attività artistiche di indole sociale, tra le quali predomina il “Museo de la Calle”. Dopo alcuni anni di attività, EL VELOZ (Carretto mobile del museo) ha percorso l’intera Bogotá e si è spostato nel mondo, realizzando incontri e scambi di oggetti, per un interscambio interoceanico. Il progetto “Museo de la Calle”, mostra, alla maniera di un mercatino di cianfrusaglie, come il processo di circolazione delle merci ridescriva le relazioni umane e sociali in uno spazio urbano. “El cambalache”, è una pratica inscritta all’interno delle economie informali que fioriscono spontaneamente nelle città, e s’interroga sul valore assoluto degli oggetti, proponendo una forma di interscambio non monetario. Un interscambio in cui il valore non viene assegnato per il potere economico, ma per il valore nel coinvolgimento dei medesimi partecipanti allo scambio.

(Stefano Boeri, Maddalena Bregani, Francisca Insulza, Francesco Jodice, Giovanni La Varra, John Palmesino)
Multiplicity è un'agenzia di ricerca territoriale con sede a Milano.
L'agenzia realizza progetti in differenti parti del mondo utilizzando molte strategie di indagine, analisi e rappresentazione.
multiplicity è una rete in continua trasformazione attivata nei diversi luoghi di indagine. Al momento la rete conta circa 80 ricercatori coinvolti in 5 progetti principali. La rete è formata da architetti, geografi, artisti, urbanisti, fotografi, sociologi, economisti, cineasti, ecc.
multiplicity progetta e realizza installazioni, strategie di intervento, laboratori di ricerca territoriale e libri sui processi di trasformazione della condizione urbana contemporanea. multiplicity indaga lo spazio abitato, ricercando le tracce lasciate dai nuovi comportamenti sociali nello spazio materiale. Tra i recenti progetti: USE Uncertain states of Europe (Bordeaux, Bruxelles, Tokyo), Tokyo Voids, Perth International Arts Festival 2002 e USE Dentro la Città Europa (Milano), Solid Sea, per Documenta 11 (Kassel 2002).
Tra le pubblicazioni: Mutations, Barcellona: ACTAR, 2000; Mutations, Tokyo: TNProbe 2001, USE Uncertain states of Europe (in pubblicazione) Milano: Skira 2002)